Asma e Bpco, 15 italiani su 100 ne soffrono e 1 su 6 sbaglia la terapia

24 gennaio 2017
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La buona notizia è che nonostante asma e Bpco affliggano ormai 15 italiani su 100, sono in arrivo nuovi trattamenti innovativi e algoritmi speciali che consentiranno una terapia sempre più personalizzata. La cattiva è che non accenna a diminuire il fenomeno della non appropriatezza terapeutica, complicando la gestione della malattia. A ciò si aggiunge poi il problema della non appropriatezza del ricovero ospedaliero che affligge ancora alcune Regioni italiane, soprattutto quelle dove è meno efficace l’organizzazione e l’efficienza della medicina territoriale.

In Italia sono circa sei milioni le persone che soffrono di Bpco, malattia che colpisce prevalentemente le persone oltre i 50 anni; mentre tre milioni sono interessati dall’asma, e oltre 300mila da asma grave. Tra le persone più colpite gli anziani – con un aumento proprio negli ultimi mesi – ma anche le donne, con percentuali e in crescita. Dati recenti presentati durante il il 20° Congresso Nazionale sulle Malattie Respiratorie “Asma Bronchiale e BPCO: nuovi obiettivi, nuovi rimedi, nuove strategie”, durante il quale si è parlato anche del problema dell’appropriatezza terapeutica in Italia, del mondo degli erogatori dei farmaci respiratori per via inalatoria, delle nuove terapie biologiche dell’asma, dei costi e sostenibilità di asma e Bpco in Italia.

Fondamentale sarà nei prossimi anni l’arrivo dei nuovi farmaci biotecnologici per la gestione dell’asma e la Bpco. La direzione insomma è quella verso una terapia sempre più mirata, sia in fatto di molecola curante – soprattutto con gli anticorpi monoclonali – sia in fatto di modalità di assunzione. Aumentano infatti anche gli erogatori e le molecole interessate, con sistemi sempre più moderni ed efficaci. Cambia anche l’approccio agli stessi con “sempre più italiani che si informano e che conoscono la terapia” spiega Roberto Dal Negro, Responsabile del Centro Nazionale Studi di Farmacoeconomia e Farmacoepidemiologia Respiratoria e organizzatore del congresso. “Rispetto al precedente decennio, quando il paziente assumeva farmaci  in maniera inconsapevole, oggi si presta una maggiore attenzione. Di conseguenza anche lo stesso medico si informa di più e comunica con maggiore precisione”.

Resta però il problema dell’appropriatezza terapeutica in Italia, particolarmente urgente. “Se da un lato è aumentata l’efficacia dei farmaci, che ormai garantisce ottimi risultati, persiste il problema su come questi vengano utilizzati dal paziente e su come il prescrittore informi sul corretto utilizzo degli stessi” continua Dal Negro. “La mancanza di attenzione coinvolge 6 italiani su 10, provocando la non corretta gestione di tali malattie. Di conseguenza aumentano anche i costi sanitari, per una spesa che è arrivata a sfiorare 1 punto di PIL (prodotto interno lordo), pari a circa 15 miliardi di euro”.

Proprio per venire incontro a questa esigenza degli italiani, la Società italiana di farmacia clinica Sifac in collaborazione con il Master Internazionale in Clinical Pharmacy ha avviato di recente un “servizio di educazione all’aderenza alla terapia nei pazienti asmatici”. Il progetto nasce con l’idea di verificare quanto un servizio di educazione sanitaria e promozione dell’aderenza alla terapia svolta in farmacia, in soggetti affetti da asma cronica, possa migliorare l’aderenza alla terapia.  L’obiettivo è quello di individuare le criticità che portano il paziente a essere inadempiente e migliorare questi aspetti, misurare l’effetto dell’intervento del farmacista e validare nuovi strumenti clinici da usare in farmacia. Lo studio sarà svolto in 30 farmacie distribuite sul territorio, dove i farmacisti clinici raccoglieranno i dati necessari con spirometria e attraverso il questionario TAI, nuovo strumento, totalmente inedito in Italia e validato nel 2016 dalla comunità scientifica.

Le malattie respiratorie rappresentano, dopo le malattie del sistema circolatorio e i tumori, la terza principale causa di morte nell’Unione Europea (Dati Eurostat), con una media di 83 decessi per 100 000 abitanti nel 2013. Tra quelle respiratorie, le malattie croniche delle basse vie respiratorie costituiscono la causa di morte più comune, seguite dalla polmonite. Secondo i più recenti dati Istat le malattie respiratorie in Italia sono la terza causa di morte per gli uomini (77,1 morti per 100 mila abitanti); tra le donne, invece, sono la quinta causa di morte, con un tasso di 61,8 eventi per 100 mila abitanti. I dati del 2013, inoltre, segnano un trend in negativo rispetto al 2009: da 39.949 a 43.444, da 67,6 casi ogni 100mila abitanti ai 73. Le regioni con i maggiori decessi sono, per valori assoluti, Lombardia (6.529), Piemonte (3.886), Lazio (3.724), Emilia Romagna (3.612), Campania (3.195). I rapporti ogni 100mila abitanti, però, segnalano una forte incidenza nelle seguenti regioni: Valle D’Aosta (102,2), Liguria (97,7), Friuli Venezia Giulia (91,6), Toscana (82,6) e Umbria (82,4).

 

Comunicato stampa Sifac-progetto aderenza alla terapia asma