Sicurezza delle cure e responsabilità degli operatori sanitari. È questo l’oggetto della nuova legge sulla Responsabilità professionale approvata dalla Camera lo scorso 28 febbraio, con 255 voti favorevoli, 113 contrari e 22 astenuti. Non solo medici però al centro della nuova normativa che si rivolge effettivamente a tutto il personale sanitario: secondo l’articolo 1 sono infatti tutti tenuti a rispondere alla sicurezza delle cure. Farmacisti compresi. “Si tratta di un provvedimento atteso da oltre un decennio dagli operatori della sanità. Con questa legge aumentiamo le tutele dei professionisti prevedendo, al contempo, nuovi meccanismi a garanzia del diritto al risarcimento da parte dei cittadini danneggiati da un errore sanitario” ha spiegato Federico Gelli responsabile sanità del Pd e relatore del disegno di legge.
A cambiare sarà principalmente la responsabilità penale attribuita ai professionisti sanitari, con l’intento di alleggerire la pressione sui camici bianchi e di conseguenza ridurre la medicina difensiva. Allo stesso tempo si cercherà di accelerare e rendere più sicuri i risarcimenti nei confronti dei pazienti vittime di errori sanitari. In particolare secondo l’articolo 6, “Responsabilità penale dell’esercente la professione sanitaria”, chi rispetterà le buone pratiche e le linee guida non sarà punibile se ha agito per imperizia; mentre verrà distinta la la responsabilità della struttura, che è sempre di tipo contrattuale, dalla responsabilità del professionista che è di tipo extra-contrattuale: toccherà quindi a chi denuncia dimostrare che l’altro sbaglia. Sarà inoltre introdotto un reato specifico, il reato colposo nell’esercizio della professione sanitaria. “Con questa legge abbiamo regolamentato l’attività di gestione del rischio sanitario, prevedendo che tutte le strutture attivino un’adeguata funzione di monitoraggio, prevenzione e gestione del rischio (risk management)” ha continuato Gelli. “Abbiamo inoltre modificato la responsabilità penale e civile per gli esercenti la professione sanitaria. E ancora, nel testo si fa riferimento all’obbligo per tutte le strutture sanitarie pubbliche e private di essere provviste di una copertura assicurativa, e si ribadisce l’obbligatorietà dell’assicurazione per tutti i liberi professionisti”.
Particolare importanza verrà inoltre data alle Linee guida che detteranno le buone pratiche cliniche e assistenziali e le raccomandazioni da seguire per non incorrere nei profili della responsabilità.Documenti che saranno elaborati dalle Istituzioni, società scientifiche, ma anche associazioni tecnico-scientifiche delle professioni sanitarie secondo quanto recita l’articolo 5 del Testo di legge. In questo contesto le linee guida stilate dalla Società di farmacia clinica Sifac potrebbero diventare un supporto concreto per il lavoro dei farmacisti sul territorio. Il tema sembra infatti essere particolarmente sentito dai farmacisti che, come spiega Corrado Giua Presidente Sifac, “a oggi non posseggono ancora linee guida o protocolli di indirizzo per gestire i numerosi disturbi minori quotidianamente riferiti dal paziente in farmacia. Sifac, proprio per colmare questo bisogno, da alcuni anni è impegnata nella realizzazione e validazione di documenti volti alla standardizzazione del metodo d’investigazione e di approccio terapeutico in farmacia. L’obiettivo è quello di delineare una rete nazionale di farmacie cliniche dove il paziente avrà garantito un consiglio razionale e uniforme, supportato da linee guida di riferimento”.
Quello delle linee guida sembra essere forse il punto più controverso su cui i professionisti hanno richiamato l’attenzione più volte, come ha spiegato Costantino Troise segretario nazionale di Anaao Assomed: “Ma è anche un punto di snodo inevitabile. Bisogna lavorare molto sulle linee guida, che dovranno essere condivise e largamente applicabili all’interno del sistema. Bisogna capire chi le appronta e chi le accredita”.