La Farmacia clinica è una realtà ormai consolidata in diversi Paesi europei e oltreoceano. La rivoluzione rispetto l’approccio classico è lo slittamento dell’attenzione del farmacista dal singolo medicamento alla salute del paziente. La visione del farmacista clinico non è più quindi farmacocentrica ma ha come epicentro il benessere del paziente o, più in generale, la popolazione in trattamento con farmaci.
È una disciplina che viene svolta negli ospedali, nelle farmacie di comunità e territoriali e in qualunque ambito in cui sono studiati, prescritti, dispensati e consigliati farmaci e dispositivi medici. I farmacisti clinici infatti trattano i pazienti in qualsiasi ambito sanitario, in quanto posseggono – oltre alle consolidate conoscenze di base legate soprattutto al meccanismo d’azione e alla formulazione dei farmaci – nuove competenze in materia clinica e biomedica.
Nei contesti sanitari in cui è applicata, la farmacia clinica permette di ottimizzare la terapia medica del paziente e promuovere salute, benessere e prevenzione delle malattie. Contribuisce inoltre alla generazione di nuove conoscenze in grado di migliorare la salute e la qualità di vita.
Il farmacista clinico ha come scopo principale quello di promuovere e porre al centro della propria attività la salute e il benessere del paziente, che diviene punto focale della sua pratica professionale. In stretta collaborazione con la classe medica, il farmacista clinico è in grado di perseguire questo obiettivo in qualsiasi setting sanitario: all’interno di un ambiente ospedaliero come nell’ambito della farmacia di comunità.
Possiede infatti una preparazione specifica per favorire l’adesione alla terapia, promuovere attività di riconciliazione delle terapie (MUR) (revisione dell’uso delle terapie), progetti di farmacovigilanza attiva, studi epidemiologici, programmi di informazione ed educazione sanitaria, campagne di prevenzione e screening.
È anche in grado di effettuare un corretto inquadramento clinico differenziale dei disturbi minori mediante algoritmi diagnostici standardizzati e di consigliare la razionale terapia attraverso farmaci di prima linea e stili di vita salutari.
La Farmacia Clinica, nel setting della Farmacia di comunità, può essere distinta essenzialmente in quattro grandi aree di applicazione:
L’intervento del farmacista clinico nelle patologie croniche di gestione medica può essere declinato attraverso una serie di attività di supporto: consiglio sul corretto impiego del farmaco, monitoraggio della terapia, promozione dell’aderenza, riconciliazione terapeutica (MUR) e farmacovigilanza attiva. Tali attività condividono con il medico il conseguimento di un obiettivo comune: il successo terapeutico del paziente.
La deospedalizzazione rappresenta uno dei momenti di maggiore criticità per il paziente e la sua famiglia: segna il passaggio da una fase passiva della cura a una attiva, dall’essere curato dal personale ospedaliero al curarsi in maniera autonoma. Il paziente è fragile, insicuro, talvolta spaventato o inconsapevole della sua condizione. In questo scenario si inserisce il farmacista clinico, quale figura di supporto e sostegno per i pazienti deospedalizzati, ma anche come garante della prosecuzione terapeutica postuma alla degenza. Il farmacista clinico ha il compito di sorvegliare il corretto impiego dei farmaci biotecnologici, prodotti innovativi, costosi e talvolta sacrificanti per il paziente. Questi medicinali comportano cure impegnative e durature, che non possono essere abbandonate o infrante per un’incurante aderenza o per un inadatto supporto, che deve essere garantito dal farmacista di comunità preparato appositamente.
L’Health Care rappresenta quell’insieme di attività che il farmacista può promuovere all’interno della farmacia di comunità a tutela della salute del paziente. Comprendono: campagne di prevenzione, attività di screening per la diagnosi precoce, servizi di autoanalisi, educazione al corretto life style, attività di informazione sanitaria e sostegno ai programmi vaccinali.
I disturbi minori, detti anche minor disease, rappresentano un insieme di condizioni di minor entità per la salute del paziente che non prevedono la compromissione della funzionalità d’organo e che pertanto vengono anche definiti patologie funzionali. Sono alla base delle richieste di aiuto più comuni rivolte al farmacista, che il più delle volte può gestire in autonomia grazie al Ragionamento Clinico: un iter logico sequenziale che permette di raccogliere dati dall’anamnesi, elaborare informazioni e giungere alla comprensione della situazione che colpisce il paziente, in modo tale da indirizzarlo verso la cura più appropriata.