Calano i casi di donne che fanno ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza (Igv), merito probabilmente del maggior utilizzo della contraccezione d’emergenza. A sottolinearlo la Relazione trasmessa al Parlamento il 7 dicembre 2016 contenente i dati definitivi relativi agli anni 2014 e 2015 sull’attuazione della L.194/78 che stabilisce norme per la tutela sociale della maternità e per l’interruzione volontaria della gravidanza. Dal rapporto emerge che nel 2015 i casi di interruzioni di gravidanza raccolti dal Sistema di sorveglianza epidemiologica delle Ivg (che vede impegnati l’Istituto Superiore di Sanità (Iss), il ministero della Salute e l’Istat da una parte, le Regioni e le Province autonome dall’altra) sono stati 87.639, il 9,3% in meno rispetto al 2014. Trend che conferma quello visto nel 2014, anno in cui si era registrato un calo del 6% rispetto al 2013. “Il merito del maggior decremento osservato nel 2015 – come si legge nella Relazione – in particolare tra secondo e terzo trimestre, potrebbe essere almeno in parte collegato alla determina Aifa di aprile 2015 che elimina, per le maggiorenni, l’obbligo della prescrizione medica per la pillola dei 5 giorni dopo”.
Sempre dal documento emerge che le vendite del contraccettivo di emergenza Ulipristal acetato nel 2015 hanno registrato un incremento significativo rispetto agli anni precedenti: 7.796 confezioni nel 2012, 11.915 nel 2013, 16.796 nel 2014 e 83.346 nel 2015. Proprio per aiutare il farmacista a gestire le modifiche normative in materia di dispensazione dei farmaci contraccettivi d’emergenza, che lo ponevano in un ruolo cruciale, Sifac ha redatto un protocollo per standardizzare l’approccio del farmacista in tal senso. “Il documento riporta tutte le informazioni utili sui farmaci di contraccezione d’emergenza e su come comportarsi anche in situazioni di comorbidità” spiega Corrado Giua presidente Sifac.
La diminuzione delle interruzioni volontarie di gravidanza interessa anche le donne straniere, tra cui comunque si continua a registra un tasso di abortività pari al triplo rispetto alla media nazionale: sono state 27.168 nel 2015, a fronte delle 31.028 nel 2014 e 40.224 nel 2007.