Clinical Pharmacy Journal n. 200

5 marzo 2024
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10 anni di un percorso partito dagli albori. 10 anni di lavoro, impegno, nuove sfide ma anche innovazione, soddisfazioni e traguardi, che hanno definito la nostra essenza scientifica.

10 anni di SIFAC, che non si fermano e ne hanno davanti tanti altri ancora, ma che oggi culminano in una tappa importante: la pubblicazione della nostra duecentesima news letter: un numero certamente simbolico ed emblematico, che racchiude in sé la nostra storia, ricordandoci chi siamo e permettendoci, con rispetto, di raccontarvelo.

Tutto è partito all’inizio con un duplice obiettivo, che ha alimentato fin da subito il Credo della società scientifica: promuovere e sostenere l’Evidence Based Medicine, da un lato, e portarla nella pratica clinica del farmacista, dall’altro.

Questi due elementi hanno trovato la loro più alta fusione nella nascita del metodo Clinical Pharmacy: è nato così, per la prima volta, un modello che si declinasse nell’operato del farmacista ogni giorno, orientando tutte quelle decisioni cliniche nella gestione delle patologie minori (minor diseases). Anche per lo scenario italiano, quindi, si è delineato, al pari di altri contesti come quello inglese o spagnolo, una metodologia sistematica fondata su evidenze scientifiche e linee guida e non più, semplicemente, sulla percezione individuale o sulla personale esperienza, con l’obiettivo ultimo di standardizzare l’approccio al paziente, massimizzando la qualità e la riproducibilità della sua presa in carico.

Il modello si articola attraverso, in primis, una serie di valutazioni preliminari che consentono di contestualizzare la problematica, indagando l’eventuale presenza di campanelli d’allarme, definiti come red flag e rivelatori, laddove presenti, di possibili condizioni più serie da rinviare ad un consulto medico.

Una volta escluse le red flag, si procede approfondendo l’inquadramento clinico. Il colloquio si fonda su un algoritmo decisionale articolato attraverso una concatenazione logica di domande, al fine di restringere il campo di ipotesi possibili per segni e sintomi riferiti, analizzando in maniera approfondita le pietre angolari di diagnosi differenziale con altri disturbi minori simili.

Completato l’inquadramento clinico della problematica, il farmacista si orienterà verso la gestione della stessa, avvalendosi di un approccio terapeutico ed educazionale, tra loro fortemente complementari. La scelta terapeutica, che verrà effettuata dal vasto armamentario di medicinali senza obbligo di prescrizione, integratori e dispositivi medici pienamente in possesso del farmacista, si incentrerà su protocolli condivisi e Linee Guida internazionali, che creano una gerarchia razionale tra le soluzioni terapeutiche per una determinata condizione clinica, discriminando la scelta in base alla robustezza delle evidenze presenti nella letteratura più recente ed autorevole.

Ma le sfide in essere per la professione non si sono concluse, rivelandosi anzi in continua evoluzione nel corso degli anni: con l’introduzione del Piano Nazionale della Cronicità, la partecipazione del farmacista alla presa in carico del paziente cronico, quale anello fondamentale nella catena del team di cura, è divenuta sempre più tangibile.

In questo scenario, SIFAC ha realizzato dei veri e propri percorsi di gestione della cronicità offrendo un riscontro concreto a quel processo clinico, spesso ancora troppo astratto, che prende il nome di Pharmaceutical care.

Diverse progettualità hanno contribuito a standardizzare sempre più questo tipo di percorsi, settandoli in ambito di diverse patologie croniche, da quelle cardiovascolari, a quelle respiratorie o metaboliche, finanche arrivando talvolta al campo oncologico e neurologico.

La presa in carico del paziente cronico definita attraverso tali modelli si avvale del connubio sinergico di due tipologie di strumenti: quelli analitici-diagnostici, forniti dalle misurazioni di prima istanza che vengono effettuate in farmacia (analisi ematiche, telemedicina) e quelli cognitivi, rappresentati da questionari validati presenti in letteratura scientifica, talvolta specifici per una determinata patologia (come, ad esempio, il TAI test per le patologie croniche respiratorie) oppure adattabili alla condizione della cronicità in generale. I questionari, opportunamente somministrati al paziente, consentono l’esplorazione, da parte del farmacista, delle principali dorsali della cronicità: corretta conoscenza e formazione sulla propria patologia e sul trattamento, aderenza alla terapia farmacologica, manifestazione di eventuali reazioni avverse ai farmaci e/o interazioni.

Queste informazioni, ad esempio l’aderenza alla terapia, vengono stratificate dal test attraverso uno score: l’associazione sinergica delle valutazioni cognitive, da un lato, con i risultati di quelle strumentali, dall’altro, fornisce un cruscotto completo e globale di tutta la storia clinico-terapeutica dell’individuo, permettendo al farmacista di operare un intervento educazionale personalizzato proprio laddove si annidano le principali criticità e inadempienze.

Oltre ad un forte amore per le evidenze scientifiche e la volontà di applicarle ad ogni modello di best practice, SIFAC ha sempre avuto a cuore anche un’altra mission, forse la più ambiziosa: quella di contribuire ad integrare quelle evidenze e generarne di nuove, arricchendo così la comunità scientifica attraverso la ricerca clinica, e facendo si che, per la prima volta, questa provenisse anche dalle farmacie di comunità italiane.

Ogni giorno, sono circa 4 milioni gli accessi dei pazienti che chiedono un consulto in tema di salute: la farmacia di comunità rappresenta, quindi, una finestra costantemente spalancata sul panorama del mondo reale, popolato dai reali utilizzatori di farmaci, dispositivi medici e integratori, godendo quindi di una posizione privilegiata per scattare una fotografia dei dati emergenti dalla real life.

Pertanto, combinando la pratica professionale del farmacista con quella di ricercatore, previo un opportuno percorso formativo di specializzazione, la farmacia può coniugare l’attività di erogazione del farmaco con quella di ricerca sullo stesso, che altro non sono che aspetti complementari, volti a sostenersi a vicenda per poter ottimizzare sempre più la pratica clinica.

In quest’ottica, SIFAC ha creato negli anni una vera e propria rete di farmacisti clinici sperimentatori partecipando alla conduzione di studi osservazionali in ambito di epidemiologia, farmacovigilanza, e poi, via via, indirizzando e perfezionando la ricerca verso protocolli più articolati, conducendo i primi studi italiani su Dispositivo Medico, su Medicinale di automedicazione e, non ultimo, su integratori, che rappresentano progettualità attualmente in essere per la società.

Il percorso di ricerca ha portato a intessere collaborazioni sempre più fervide non solo nell’ambito “pharmacy”, ma altresì con la classe medica, con il mondo accademico e con istituti clinici e di ricerca d’eccellenza che hanno permesso a ciascun ricercatore, e alla società tutta, di arricchire il proprio bagaglio e ampliare sempre più gli orizzonti alla volta di una strada nuova che, da mai praticata prima, è stata resa sempre più percorribile.

Il terreno fertile di multidisciplinarietà e partnership sinergiche ha dato i suoi frutti attraverso rigogliose pubblicazioni di alto valore su riviste impattate, portando la farmacia italiana a fornire un contributo nello scenario della ricerca scientifica internazionale, creando peraltro dei validi riferimenti da cui altre società scientifiche o federazioni internazionali hanno potuto attingere la propria bibliografia per ulteriori lavori.

Questa, descritta in poche righe, è la linfa che ha alimentato SIFAC nel corso degli anni e che continua a scorrerle dentro: un forte Credo negli aspetti clinico-scientifici del lavoro del farmacista, ma soprattutto nell’opera di squadra e nelle collaborazioni intra- ed interdisciplinari, con lo sguardo sempre volto al confronto internazionale. Tante sono le sfide ad oggi raccolte, tante quelle che ci attendono: saremo pronti a proseguire sulle strade tracciate e ad aprirne auspicabilmente ancora di nuove, in uno scenario ricco di prospettive stimolanti per il futuro della nostra professione.

 

Corrado Giua Marassi

Presidente SIFAC